Questo articolo è una sintesi della sezione “Horizon Europe” contenuta nel N.2 di APREbrussels, il nuovo canale d’informazione dedicato ai Soci APRE che arriva direttamente da Bruxelles. APREbrussels racconta e spiega, una volta al mese, le cose che accadono nella capitale dell’UE nel mondo R&I (nelle istituzioni e non solo), parlandovi al tempo stesso delle cose che APRE fa a Bruxelles e del perché le fa da qui.
Regolamento e decisione – Premessa: il dossier Horizon Europe si compone di due parti (atti legislativi) principali: un regolamento sul programma quadro e una decisione sul programma specifico. La distinzione è importante, perché i due atti viaggiano sì su binari paralleli, ma a velocità diverse. Cosa c’è nel regolamento? Tra le altre cose: gli obiettivi del programma, la struttura, il bilancio e la sua ripartizione interna, i criteri per individuare missioni e partenariati, i criteri per l’associazione dei paesi terzi al programma, le regole di partecipazione e finanziamento, le norme su etica e sicurezza, i criteri di valutazione. Cosa c’è nella decisione? Tutti gli elementi per attuare e governare il programma (i criteri per la pianificazione strategica) e – soprattutto – le linee di attività nel dettaglio per tutti i temi di Horizon Europe. Dunque: quando parliamo di regolamento, ci riferiamo al programma quadro (e viceversa). Quando parliamo di decisione, ci riferiamo al programma specifico. Fine della premessa.
L’avvio dei negoziati – Il cammino legislativo del dossier è entrato in una fase nuova in questo inizio anno. Parlamento e Consiglio (gli Stati Membri dell’UE) si sono pronunciati a fine 2018 rispondendo ufficialmente (reagendo) alla proposta della Commissione del giugno scorso e hanno definito così le rispettive posizioni in vista del negoziato interistituzionale. Con una differenza decisiva: Il Parlamento ha reagito su entrambi gli atti, Il Consiglio ha detto come la pensa solo su una parte del regolamento. I passaggi di fine anno in Parlamento e Consiglio hanno reso possibile l’avvio dei negoziati – i cosiddetti triloghi informali, i momenti di confronto istituzionale tra Commissione, Parlamento e Consiglio che hanno come obiettivo alla definizione di un testo condiviso –, ma solo sul regolamento / programma quadro. Finora abbiamo avuto tre triloghi: i primi due il 12 e 29 gennaio, il terzo il 21 febbraio.
Programma Quadro: dove siamo – L’obiettivo del negoziato in corso tra Commissione, Parlamento e Consiglio è arrivare, prima delle elezioni europee di maggio, a un accordo provvisorio di forte valore politico sul testo del programma quadro, che tenga dentro: gli obiettivi del programma, la struttura e l’articolazione in pilastri, le denominazioni dei cluster, i criteri per individuare e definire missioni e partenariati, le regole di partecipazione e finanziamento, le norme su etica e sicurezza, i criteri di valutazione, la struttura, gli obiettivi e i contenuti dello European Innovation Council. Il compromesso è diventato più probabile dopo il trilogo del 21 febbraio, durante il quale si sono fatti passi avanti importanti proprio sulla struttura, gli obiettivi e i contenuti dell’EIC. Gli ultimi due triloghi sono fissati il 7 e il 14 marzo e saranno decisivi per chiudere l’accordo, che dovrà essere poi approvato sia dal Parlamento (in Commissione ITRE e in seduta plenaria), sia dal Consiglio (in sede di Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti che riunisce gli ambasciatori presso l’UE dei 28 stati membri).
Programma specifico: dove siamo – Sul programma specifico, solo il Parlamento ha detto la sua, a dicembre: il Consiglio si fa attendere. Non sono arrivate novità definitive dal Consiglio Competitività Ricerca del 19 febbraio (qui le conclusioni della riunione): i ministri hanno dato via libera a una relazione intermedia e dibattuto un documento elaborato dalla Presidenza romena. Il dibattito tra i 28 si è concentrato in particolare sulle aree per missioni e partenariati, sul processo di pianificazione strategica e sulle caratteristiche generali dello European Innovation Council. I ministri – questa la conclusione politica più significativa del Consiglio – hanno dato un via libera sostanziale a cinque possibili aree tematiche per le missioni e a otto possibili aree tematiche per i partenariati istituzionalizzati (da queste ultime dovrebbero venir fuori le nuove Joint Undertakings – i partenariati tra UE e industria istituiti sulla base dell’articolo 187 del TFEU – e le nuove Public-Public Parternships – i partenariati tra UE e stati membri basati sull’articolo 185). Abbiamo parlato di un via libera sostanziale e non formale, ma la fase molto avanzata del dibattito in Consiglio fa pensare che le aree da cui verranno fuori missioni e nuovi partenariati in Horizon Europe saranno queste (le trovate a pagina 6 e 7 del documento discusso dai ministri).
Che succede ora – La novità dell’ultimo mese è che tutto sembra tenersi: negoziato istituzionale sul programma quadro, trattative in Consiglio sul programma specifico, disputa sulla base legale di quest’ultimo. Si tratta di una corsa contro il tempo, perché i passaggi in Parlamento devono arrivare entro l’ultima sessione plenaria della legislatura, fissata il 18 aprile. Dunque: Parlamento e Consiglio tentano di chiudere l’accordo sul programma quadro entro metà marzo. Nel frattempo, il Consiglio deve rifinire a livello tecnico (in sede di Coreper) i dettagli del programma specifico (gli ambasciatori dei 28 dovranno tener conto del via libera politico avuto dai ministri al Consiglio del 19 febbraio) e attendere il parere del Parlamento: a quel punto, anche su questo secondo pezzo di Horizon Europe l’accordo sarebbe a portata di mano. È ciò che aspetta (e spera) la Commissione europea – un accordo istituzionale su entrambi i dossier – per far partire la pianificazione strategica, il processo di implementazione di Horizon Europe.