Il Model Grant Agreement di Horizon Europe. La Commissione europea adotta il “Corporate MGA”

Di Irene Creta, NCP Legal and Financial Horizon 2020

In data 12 giugno 2020, attraverso la Decisione C(2020) 3759 final, la Direzione Generale Budget (DG BUDG) della Commissione europea ha adottato il Model Grant Agreement (MGA) di Horizon Europe, che sarà utilizzato a partire dal 2021.

Il nuovo MGA è stato redatto nell’ottica della semplificazione nonché dell’armonizzazione delle regole e dei processi nel contesto europeo. Infatti, il nuovo modello contrattuale troverà applicazione in tutti i programmi europei a gestione diretta (non solo in Horizon Europe) finanziati nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), prendendo così il nome di “Corporate Model Grant Agreement”, proprio in virtù dell’ampio utilizzo.

Pertanto, a sei mesi dall’avvio del nuovo Programma Quadro, le clausole che regolamenteranno l’implementazione dei progetti sono state definite. Ritroveremo continuità con Horizon 2020 ma anche notevoli cambiamenti, soprattutto con riferimento a specifici temi (es. costo del personale), sui quali torneremo a breve con approfondimenti dedicati. L’approccio adottato dalla Commissione ha consentito di salvaguardare tutto ciò che finora ha funzionato in maniera efficiente, andando però a perfezionare o a rinnovare gli elementi i che invece complicavano o appesantivano il sistema.

Ad ogni modo, trattandosi di un modello “corporate”, gli articoli che ritroviamo nel nuovo MGA non disciplinano tutti le componenti implementative di Horizon Europe, ma esclusivamente gli aspetti finanziari comuni a tutti i programmi nei quali troverà applicazione. Infatti, gli elementi caratterizzanti ciascuno di essi saranno definiti in un documento allegato al Corporate MGA (Annex) e che, per quanto riguarda Horizon Europe, è attualmente in fase di definizione (i principali contenuti saranno IPR; etica; Open Access;…)

Nello specifico il MGA di Horizon Europe sarà strutturato nella seguente maniera:

Corporate MGA (Core part)

Annex (Special rules)

Options at:

  • Programme-level
  • Call-level
  • Grant-level

Programme-specifics rules(for Horizon Europe):

  • IPR
  • Open Aceess
  • Research Integrity
  • Researchers working conditions
  • etc…

Al presente link è possibile consultare il testo del “Corporate MGA” adottato dalla Commissione.

Prossime tappe:

  • La DG RTD sta lavorando alle disposizioni specifiche di Horizon Europe che saranno contenute o nel Corporate MGA (come opzione applicabile al Programma) oppure nell’Annex.
  • Adozione dell’Annotated Corporate Model Grant Agreement

Gli Stati Membri tagliano di 13,5 miliardi il bilancio di Horizon Europe

Il 21 luglio – all’alba del quinto giorno di vertice – Il Consiglio europeo ha trovato l’accordo su un Piano per la ripresa da 1824 miliardi complessivi (in prezzi 2018), che ridisegna il Quadro finanziario pluriennale 2021-27 in linea con l’impianto proposto dalla Commissione lo scorso maggio, confermando l’inclusione del nuovo Recovery Instrument (Next Generation EU) all’interno del bilancio comune europeo. L’accordo tra i Paesi membri, che dovrà ottenere il via libera del Parlamento europeo per diventare definitivo, rappresenta un passaggio storico per l’Unione, ma segna una battuta d’arresto significativa per la Ricerca e Innovazione europea, fissando la dotazione finanziaria di Horizon Europe a 80,9 miliardi, una riduzione sostanziale (-14,3%) rispetto alla proposta della Commissione di due mesi fa. 

Il nuovo bilancio, con Next Generation EU

L’accordo in Consiglio europeo fissa a 1074 miliardi la quota del “vecchio” Quadro finanziario pluriennale 2021-27, ritoccando al ribasso la proposta della Commissione del 27 maggio (1100 miliardi). A questi si aggiungono i 750 miliardi del nuovo Recovery Instrument, Next Generation EU. Il Consiglio conferma il carattere rivoluzionario della proposta iniziale (la Commissione potrà raccogliere i fondi prendendo denaro in prestito sui mercati finanziari per conto dell’Unione) e la cifra complessiva del nuovo strumento, ma ne modifica la ripartizione tra trasferimenti a fondo perduto (grants), che passano dai 500 miliardi proposti da von der Leyen a 390, e prestiti (loans), che aumentano di conseguenza da 250 a 360 miliardi.

L’accordo conferma il piatto forte dell’intero piano, il nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility), che erogherà trasferimenti e prestiti direttamente ai Paesi membri e la cui dotazione complessiva passa da 560 a 672,5 miliardi, ma punisce pesantemente i programmi europei che la Commissione aveva proposto di ritoccare al rialzo per allineare il nuovo bilancio alle priorità del piano di ripresa. Tra questi, il programma InvestEU (che passa dai 31,6 miliardi complessivi della proposta von der Leyen ad appena 8,4 miliardi); il nuovo programma EU4Health (da 9,4 miliardi a 1,7); il Fondo per la transizione giusta (da 40 miliardi complessivi a 17,5); Digital Europe (da 8,2 miliardi a 6,8). E Horizon Europe. 

Il bilancio di Horizon Europe: 80,9 miliardi

L’accordo raggiunto in Consiglio fissa per Horizon Europe una dotazione finanziaria di 80,9 miliardi di euro in prezzi 2018, dei quali 75,9 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5 dal nuovo Recovery Instrument. Il punto di caduta rappresenta un taglio cospicuo (13,5 miliardi in meno, riduzione del 14,3%) per il bilancio del prossimo programma quadro rispetto alla proposta della Commissione von der Leyen, che aveva suggerito una dotazione complessiva di 94,4 miliardi (dei quali 80,9 provenienti dal Qfp 2021-27 e 13,5 dal Recovery Instrument).

Gli 80,9 miliardi rappresentano – non casualmente – la stessa cifra della proposta di compromesso di Charles Michel dello scorso febbraio e segnano un taglio sensibile anche rispetto al bilancio presentato da Jean Claude Juncker nel maggio 2018 (83,4 miliardi): entrambi i bilanci, ovviamente, non contemplavano l’esistenza di fondi aggiuntivi del piano di ripresa.  

I prossimi passaggi

Per diventare definitivo, l’accordo raggiunto in Consiglio sul nuovo bilancio comune e sul piano di ripresa dovrà ottenere il via libera del Parlamento europeo. Il voto di approvazione verrà presumibilmente fissato dopo la pausa estiva e l’esito pare scontato:  L’Eurocamera potrà infatti limitarsi ad accogliere o respingere in blocco il compromesso trovato dai Paesi membri, senza la possibilità di modificarlo. 

A meno di clamorosi colpi di scena, dunque, il programma quadro di ricerca e innovazione avrà una dotazione di 80,9 miliardi in prezzi 2018 per gli anni dal 2021 al 2027. Spetterà ora soprattutto agli Stati Membri in sede di Consiglio, d’intesa col Parlamento europeo, trovare la quadra sulla ripartizione interna del programma, sulla base dell’articolazione proposta dalla Commissione a giugno 2018 e – naturalmente – della dotazione complessiva stabilita dai Leader europei.  

Horizon Europe: i Mission board propongono le missioni specifiche

Questo articolo è un estratto della sezione “Horizon Europe” contenuta nel N.6/2 di APREbrussels, il canale d’informazione “da Bruxelles” dedicato ai Soci APRE.

La proposta di bilancio per il 2021 – Sulla base del piano di ripresa, la Commissione ha presentato la proposta di bilancio annuale europeo per il 2021: 166,7 miliardi di euro. A questi vanno ad aggiungersi i fondi di Next Generation EU: 211 miliardi in sovvenzioni e circa 133 in prestiti. Ad Horizon Europe l’esecutivo Ue propone di destinare nel 2021 12,3 miliardi dal bilancio comune tradizionale e 5 miliardi dal Recovery Instrument: se confermato, l’ammontare complessivo di 17,3 miliardi rappresenterebbe il più sostanzioso bilancio annuale di sempre per i fondi europei di ricerca e innovazione.

Il negoziato legislativo – Le cose hanno iniziato di nuovo a muoversi sul fronte legislativo: a inizio giugno la Commissione ITRE del Parlamento europeo ha deciso infatti di riprendere i negoziati interistituzionali con il Consiglio sugli aspetti rimasti esclusi dall’accordo di aprile 2019: il bilancio complessivo del programma e la sua articolazione interna; le norme sull’associazione dei paesi terzi; le sinergie con gli altri programmi settoriali. A sei mesi dal lancio ufficiale del nuovo programma, il negoziato è comunque sostanzialmente fermo ai risultati raggiunti ad aprile 2019. Affinché i triloghi possano effettivamente ricominciare occorrerà attendere, da un lato, la chiusura dell’accordo sul Qfp, che determinerà la dotazione finanziaria definitiva del prossimo programma; dall’altro, la definizione della posizione degli Stati Membri (Consiglio UE) sui tre aspetti rimasti fuori dal testo consolidato dello scorso anno (per i quali, invece, il Parlamento europeo aveva già prodotto una propria posizione a novembre 2018).

Le (proposte di) missioni specifiche – I mission board hanno finalmente presentato le proposte di missioni specifiche (i titoli), che scaturiscono dalle 5 «aree di missione» identificate nel testo legislativo (cambiamento climatico, cancro, oceani e acque puliti, smart cities, terreni sani e cibo). Il processo di rifinitura delle missioni prosegue ora sia all’interno del comitato strategico, sia attraverso l’azione di coinvolgimento di cittadini e società civile, che continuerà a prevedere la realizzazione di eventi in diversi format a livello nazionale ed europeo nel corso dell’estate. I board dovranno presentare le proprie raccomandazioni conclusive ai R&I days di settembre prossimo. Sarà infine la Commissione, a fine anno, a tirare le fila del lavoro, annunciando le missioni selezionate da integrare nel piano strategico 2021-24.

I nuovi partenariati – Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, la Commissione ha effettuato valutazioni d’impatto che hanno contribuito a identificare il portafoglio dei 49 potenziali partenariati, incluso nella versione attuale del documento di orientamento e articolato secondo le tre nuove tipologie: partenariati istituzionalizzati; partenariati co-programmati; partenariati co-finanziati. Mentre la lista finale dei partenariati co-programmati e co-finanziati è discussa nel Comitato di Programma Shadow e verrà inclusa direttamente nel piano strategico, le 12 proposte di partenariato istituzionalizzato devono invece essere sottoposte a una valutazione d’impatto ad hoc, affinché la Commissione possa adottare le proposte legislative per «istituire» le nuove iniziative basate sugli articoli 185 e 187 del TFUE. Al momento, la gran parte delle proposte dei partenariati previsti sono in fase avanzata di elaborazione. È possibile reperire il materiale dettagliato, inclusa la composizione provvisoria e la scheda contenutistica di ciascun partenariato, sulla nuova pagina dedicata. La novità emersa nelle ultime settimane, annunciata dalla Commissaria Gabriel nel corso dell’ultima audizione al Parlamento europeo, riguarda l’istituzione del nuovo partenariato sulla preparazione alle pandemie e la resilienza della società: potrebbe essere il cinquantesimo.