Pubblicato il Model Grant Agreement di Horizon Europe. cosa manca ancora?

Di Irene Creta, NCP Legal and Financial Horizon Europe

A poche settimane dal lancio dei primi bandi Horizon Europe e dopo mesi di negoziazione tra la Commissione europea e il MGA Expert Group, è stato pubblicato il Model Grant Agreement (MGA Versione 25 febbraio 2021) che troverà applicazione nei progetti Horizon Europe e Euratom che utilizzeranno forme di costo miste.

Ricordiamo che lo scorso giugno la Commissione europea aveva adottato il cosiddetto modello Corporate, cioè il nuovo modello contrattuale che troverà applicazione in tutti i programmi europei a gestione diretta (non solo in Horizon Europe) finanziati nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP). Un approccio innovativo intrapreso per semplificare e armonizzare le regole nel contesto della programmazione europea 2021 – 2027.

Tuttavia l’adozione del Corporate MGA rappresentava soltanto il primo passo verso la definizione delle regole di implementazione di Horizon Europe. Infatti, trattandosi di regole formulate in maniera generale con un’ampia applicabilità, i differenti articoli del Corporate MGA necessitavano di essere adattati ai singoli Programmi e quindi anche al Programma Quadro, prendendo in considerazione il relativo contesto legislativo e le sue specificità.

Questo passaggio è stato finalmente compiuto, il quadro degli aspetti legali e finanziari di Horizon Europe è stato così definito con la pubblicazione del Model Grant Agreement. Restano ancora fuori le specifiche regole di implementazione relative agli aspetti peculiari del Programma. Infatti, sulla base del nuovo approccio adottato dalla Commissione europea, il testo del MGA (che conterrà esclusivamente la disciplina degli aspetti finanziari e degli aspetti comuni a tutti i programmi) verrà integrato dall’Annex 5 che invece conterrà la regolamentazione di tutti quegli elementi caratterizzanti ciascun programma.

Per meglio comprendere la nuova struttura del Model Grant Agreement, di seguito uno schema ricapitolativo:

Model Grant Agreement (Core part)

Annex 5 (Specific rules)

·        Datasheet
·        Capitolo 1 – General
·        Capitolo 2 – Action
·        Capitolo 3 – Grant
·        Capitolo 4 – Grant implementation
·        Capitolo 5 – Consequences of non-complinace
·        Capitolo 6 – Final provisions

·        Security (Art. 13)
·        Ethics (Art. 14)
·        Values (Art. 15)
·        IPR (Art. 16)
·        Communication, dissemination, Open Science and Visibility (Art. 17)
·        Specific rules for carrying out the action (Art. 18)

Il prossimo essenziale passaggio per il completamento del quadro regolatorio degli aspetti implementativi di Horizon Europe è il seguente:

  • Adozione dell’Annotated Model Grant Agreement

La Commissione europea ha ora reso disponili tutti i documenti di riferimento per Horizon Europe all’interno del Funding & Tenders portal.

 

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Emergenza suolo: la Mission Soil Health and Food dell’UE delinea le azioni primarie di intervento

Co-creazione e sperimentazione di soluzioni; ricerca e innovazione; monitoraggio; educazione, formazione e comunicazione insieme a strategie e input concreti per la salvaguardia del suolo, lo sviluppo agricolo sostenibile e la sicurezza alimentare.

Questi i principali punti emersi durante l’evento nazionale di presentazione di “Caring for soil is caring for life” la missione di Horizon Europe proposta dal Mission Board Soil Health and Food, che si è svolto on line lo scorso 24 febbraio.

> Qui agenda e atti on line: https://www.versohorizoneurope.it/event/caring-for-soil-is-caring-for-life/

A seguire la sintesi degli interventi.


  • “Caring for soil is caring for life”, l’evento in breve

Organizzato dal Ministero dell’Università e della Ricerca in collaborazione con APRE (Agenzia della Promozione della Ricerca Europea), Santa Chiara Lab–Università di Siena e Fondazione Re Soil, l’evento, con oltre 1300 iscritti, ha visto la partecipazione di un nutrito panel di esperti, enti e istituzioni. Un primo incontro finalizzato non solo a creare consapevolezza sugli obiettivi e gli sviluppi della Missione, ma a iniziare un dialogo, un percorso di confronto diretto tra gli attori nazionali interessati alla salvaguardia e alla rigenerazione del suolo, con la proposta di azioni e soluzioni concrete

Obiettivo della Mission Board Soil Health and Food è contrastare il progressivo impoverimento e degrado del suolo che sta mettendo seriamente a rischio la salute dei cittadini in tutta Europa e garantire, entro il 2030, il 75% dei terreni europei sano e in grado di fornire servizi ecosistemici essenziali come la fornitura di cibo, sostenere la biodiversità, immagazzinare e regolare il flusso di acqua o mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

  • Cosa è emerso dal dibattito

Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca: “Il Ministero dell’Università e della Ricerca sostiene lo strumento delle mission, in quanto mezzo efficace e trasversale di ricerca, innovazione e divulgazione, oltre che di unione tra scienziati, imprese e cittadini. In particolare il Ministero intende valorizzare la Mission Soil Health and Food che ha l’obiettivo ambizioso di risolvere una delle grandi sfide che oggi ci troviamo ad affrontare: la salute del suolo e del cibo. Per questi motivi, con il Piano nazionale delle ricerche (PNR) e il Recovery Plan potremo rafforzare lo sforzo della Mission per salvaguardare il pianeta e le generazioni future”.

Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea: “La salute del suolo sta assumendo un ruolo centrale in molte politiche, in modo particolare nell’ambito del Green Deal Europeo e delle strategie ad esso correlate: biodiversità, dal produttore al consumatore (Farm to Fork), patto europeo per il clima e strategie di adattamento. La Missione è uno strumento potente che incoraggia i cambiamenti. Dobbiamo impegnarci tutti e con tutti gli attori del processo: agricoltori, silvicoltori, aziende alimentari, rivenditori, ricercatori, pianificatori urbani e consumatori perché solo unendo le forze a tutti i livelli saremo in grado di vincere la sfida”.

Marco Falzetti, Direttore APRE: “Tra tutti gli elementi che il nuovo programma Horizon Europe ha introdotto, le missioni sono sicuramente tra quelle che meglio si accostano al termine novità. La focalizzazione su cinque grandi sfide di rilevanza strategica (Cancro, Clima, Oceani, Città intelligenti, Suolo) sono stati i temi strategici che la Commissione ha proposto e sui quali intende concentrare un’azione coordinata fortemente basata su ricerca ed innovazione, ma non solo, con l’obiettivo di dare concrete risposte su quei fronti. Ma il vero cambio di passo introdotto con le missioni è la volontà di ribaltare la prospettiva mettendo al centro di queste sfide non solo le comunità scientifiche di riferimento, ma soprattutto i non addetti ai lavori che sono i veri beneficiari finali dei risultati che si vogliono raggiungere. La missione diventa quindi una sfida ambiziosa fortemente comunicata e condivisa con il grande pubblico che vede nella chiarezza degli obiettivi e delle tempistiche del loro raggiungimento i suoi tratti essenziali”.

Angelo Riccaboni, rappresentante nazionale della Mission Soil Health and Food e Presidente del Santa Chiara Lab – Università di Siena: “Anche in Italia, come nel resto d’Europa, la salute del suolo è a rischio, minacciando le risorse naturali, le produzioni agro-alimentari e il benessere delle persone. Per ristabilire la salubrità dei terreni la Mission Soil Health and Food definisce delle chiare linee d’azione. In linea con tali indirizzi, anche nel nostro Paese saranno promossi i Living Lab e i Lighthouses, luoghi dove i processi di ricerca e innovazione sono integrati nelle comunità e in contesti di vita reale, mediante processi di co-creazione di conoscenza, con l’apporto di ricercatori, educatori, cittadini, insieme a imprenditori, agricoltori, gestori del paesaggio, e investitori. Saranno inoltre promossi una rigorosa attività di ricerca e innovazione sulla salute del suolo, l’affinamento degli indicatori per il monitoraggio e il coinvolgimento dei cittadini, a partire da quelli più giovani. Tale concretezza sarà fondamentale per raggiungere l’ambizioso obiettivo di risanare il 75% dei nostri suoli”.

Catia Bastioli, membro del Mission Board Soil Health and Food: “Il suolo è una risorsa fondamentale per supportare la fornitura di servizi ecosistemici essenziali per cibo, persone, natura e clima. Tuttavia, è sempre più a rischio a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico. L’obiettivo della Mission è che entro il 2030, almeno il 75% di tutti i suoli in ciascuno Stato Membro dell’UE sia sano o mostri un miglioramento significativo. La cooperazione tra i settori e l’impegno dei cittadini dovranno essere al centro della Mission. Lighthouse e livinglabs saranno strumenti essenziali di questo approccio, in cui ricercatori, aziende e cittadini lavoreranno insieme per creare conoscenza e progettare e testare buone pratiche e diffondendo soluzioni innovative. La salute del suolo è un obiettivo trasversale a molte strategie europee ed è fondamentale per raggiungere gli ambiziosi target del Green Deal. In questo scenario la bioeconomia circolare, che vede nel suolo il suo punto di partenza e di arrivo, rappresenta uno strumento essenziale per invertire la rotta della degradazione del suolo, creando valore nei territori”.

Massimo Iannetta, Delegato Nazionale Cluster 6 Horizon Europe: “Alla luce di quanto emerso in occasione dell’evento di lancio della Mission Soil Health and Food, occorre sottolineare l’enorme sforzo fatto dalla Commissione Europea nell’avviare un percorso indirizzato ad affrontare, tutti insieme, una delle più grandi emergenze del XXI secolo. Sarà decisivo l’impegno a livello nazionale, regionale e locale affinché ognuno faccia la sua parte nel perseguimento degli ambiziosi obiettivi della Mission, creando sinergie e convergenze di interessi tra tutti gli operatori coinvolti e nel mettere a sistema gli strumenti e le risorse disponibili”.

Giuseppe Corti, presidente Società Italiana di Pedologia: “In molte aree di Italia si perde 1 cm di suolo all’anno; si tratta del suolo più fertile che poi va in mare dove provoca l’eutrofizzazione e l’inquinamento delle acque. Di fronte a tutto ciò occorre aumentare la ricerca sul campo all’ennesima potenza, sviluppare filiere produttive per il disinquinamento e mentre disinquiniamo essere in grado di produrre prodotti no-food e gli scarti che da essi derivano”.

Michele Munafò, delegato ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: “Il nostro territorio è fortemente impermeabilizzato, quasi il doppio della media europea. Dal 2012 abbiamo iniziato a conteggiare tutto quello che abbiamo perso: in termini di consumo di suolo abbiamo perso la possibilità di produrre cibo per 3,7 milioni di quintali, abbiamo perso la possibilità di stoccare il carbonio 2 milioni di tonnellate di carbonio, la capacità di regolare il ciclo idrologico, con un danno economico stimato in 3 mld di euro all’anno. Abbiamo molto da fare, perché gli scenari che abbiamo provato a costruire non sono positivi e rassicuranti. Il consumo di suolo è una delle minacce che porta a degradare il territorio”.

Luca Mercalli, Presidente Società Meteorologica Italiana: “Già 15 anni fa si parlava del bisogno impellente di porre fine al degrado del suolo, soprattutto alla cementificazione, e siamo ancora qui solo a parlarne. Da un lato c’è il mondo dei buoni propositi, delle strategie, degli studi, dall’altro fuori ci sono le ruspe che stanno divorando due metri quadri di terreno al secondo e premono sull’acceleratore senza curarsi delle richieste della scienza. Ci sono città che vogliono costruire ospedali in terreni agricoli di classe due, anziché utilizzare edifici dismessi; nuovi poli logistici sulle risaie padane, nuove autostrade, nuove aree commerciali. La ricerca è importante, ma non basta. Quello che dobbiamo sapere è già noto, il suolo va difeso subito, perché la sua perdita è irreversibile: una legge sul consumo di suolo deve essere approvata il prima possibile”.

Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura Nazionale: “Quale agricoltore non è interessato a mantenere la ricchezza dei propri terreni e della loro fertilità? L’agricoltura avrà due fondamentali compiti: da una parte continuare a produrre beni primari per l’alimentazione delle persone e dall’altra avrà la sua centralità per la bioeconomia circolare. Scienza e ricerca dovranno essere fondamentali per garantire un aumento delle produzioni e la riduzione degli input. L’agricoltura dovrà coniugare la preservazione delle risorse naturali, aumentare la sua capacità di innovazione e ricerca e di soluzioni applicate all’agricoltura. Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non ci può essere una contrapposizione tra agricoltura e ambiente”.

Alessandro Apolito, dirigente Coldiretti: “Crediamo sia necessario rigenerare e investire sulla difesa del suolo fertile che è il nostro strumento di lavoro. Come agricoltori vogliamo contribuire alla transizione ecologica disegnata dall’Europa, anche attraverso il Recovery Plan, rendendo sempre più sostenibili le nostre imprese e le loro azioni ma abbiamo bisogno di una ricerca che sappia essere vicina e collegata alle esigenze delle imprese e nostra alleata nella sfida alla crisi climatica”

Adele Muscolo, Alternate del Rappresentante Nazionale: “Non c’è ancora una cultura del suolo nonostante i tanti interventi di sensibilizzazione a livelli differenti. Noi proponiamo un approccio bottom up, dalla scuola primaria alla scuola secondaria. Gli studenti vanno formati perché loro saranno gli operatori e gli educatori del domani. Ci stiamo attivando per promuovere modelli formativi in cui gli studenti saranno gli attori principali. I ragazzi andranno in azienda e in campo e impareranno cosa potranno fare per il suolo. Il progetto sarà esteso anche alle scuole medie secondarie, dove verranno trattati temi come il legame tra cibo, suolo e ambiente.

Debora Fino, Presidente di Re Soil Foundation:“La Fondazione Re Soil, Promossa dall’Università di Bologna, Coldiretti, Novamont e Politecnico di Torino, nasce con l’obiettivo di connettere le conoscenze scientifiche, tecnologiche, ambientali ed umanistiche per diventare punto d’incontro per le diverse realtà italiane ed europee che si dedicano al tema del suolo. Per contribuire al raggiungimento del target proposto dalla Mission Soil Health and Food, ReSoil Foundation si occuperà di supportare la promozione di standard elevati per la salute e la fertilità dei suoli e di sistemi di monitoraggio; rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca attraverso la diffusione di “lighthouse farm” e di casi di eccellenza di agricoltura biologica e rigenerativa; connettere i progetti dedicati alla tutela del suolo alla bioeconomia e promuovere lo sviluppo di sistemi virtuosi di raccolta e trattamento del rifiuto organico per riportare sostanza organica in suolo. Educazione e formazione delle nuove generazioni e della società civile saranno al centro delle progettualità in via di sviluppo”.

Cristiana Tozzi, Santa Chiara Lab – Università di Siena: “Il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi della Mission Soil Health & Food richiede il contributo degli innovatori, delle imprese, degli studenti, delle istituzioni e dei cittadini di tutto il Paese.  Il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena si pone a loro servizio divulgando gli obiettivi e le azioni della Missione, valorizzando le iniziative organizzate in Italia e sostenendo le strutture impegnate nella co-creazione della conoscenza e della sperimentazione in materia di suolo e sistemi agroalimentari sostenibili.  Metterà inoltre a disposizione un Osservatorio di Buone Pratiche, Prima Observatory on Innovation (POI), una piattaforma digitale che già ospita oltre 50 buone pratiche aziendali e 100 progetti di ricerca e innovazione sostenibili e in grado di contribuire alla salubrità del suolo”.


> La registrazione dell’evento è disponibile nella pagina dell’evento : https://www.versohorizoneurope.it/event/caring-for-soil-is-caring-for-life

 > Info:

 

 

Partenariati istituzionalizzati, ecco le proposte della Commissione

La Commissione europea ha presentato ieri le proposte per istituire i dieci nuovi partenariati istituzionalizzati (institutionalised partnerships), uno degli elementi costitutivi del nuovo approccio alle collaborazioni pubblico-privato introdotto dal programma Horizon Europe.

Il pacchetto comprende sia i nove partenariati pubblico-privato – finanziati dalla Commissione, dai soggetti industriali e da altri attori del settore privato, e attivati sulla base dell’articolo 187 del Tfue (Joint Undertakings) – sia il partenariato pubblico-pubblico sulla metrologia, partecipato dall’Unione e dagli Stati membri e basato sull’articolo 185.

Nel complesso, l’esecutivo europeo prevede di destinare alle dieci iniziative quasi 10 miliardi di euro, circa un quinto della dotazione finanziaria del secondo pilastro di Horizon Europe (e un oltre un decimo dell’intero programma), a cui andranno ad aggiungersi altrettante risorse provenienti dai partner pubblici e privati, per un totale di almeno 20 miliardi di euro nel ciclo finanziario 2021-2027.

I nove partenariati (più uno)

I partenariati proposti, alcuni dei quali costruiti a partire dalle buone pratiche delle Joint Undetakings finanziate nell’ambito di Horizon 2020, sono i seguenti:

  1. Global Health EDCTP3, per apportare nuove soluzioni alle epidemie di malattie infettive nelle aree sub-sahariane;
  2. Innovative Health Initiative, per creare un ecosistema europeo di ricerca e innovazione in ambito sanitario;
  3. Key Digital Technologies, per supportare la transizione digitale in tutti gli ambiti sociali con tecnologie altamente innovative;
  4. Circular Bio-Based Europe, per aumentare la sostenibilità e la circolarità dei sistemi di produzione e consumo europei;
  5. Clean Hydrogen, per accelerare lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie per l’idrogeno verde;
  6. Clean Aviation, per accompagnare il settore aeronautico verso la neutralità climatica;
  7. Europe’s Rail, per accelerare lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie verdi e digitale per il settore ferroviario europeo;
  8. Single European Sky ATM Research 3, per aumentare la trasformazione tecnologica del controllo degli spazi aerei europei;
  9. Smart Networks and Services, per supportare la sovranità tecnologica per i servizi e i network considerati come smart;
  10. Metrology, per potenziare la ricerca europea nell’ambito della metrologia, dove l’Ue è leader.

Il nuovo approccio ai partenariati in Horizon Europe

Al pari dei programmi quadro precedenti, Horizon Europe continuerà dunque a sostenere partenariati europei tra la Commissione, da un lato, e i paesi membri, il settore privato, le fondazioni e altre parti interessate, dall’altro.

L’obiettivo di fondo è affrontare le sfide globali e la modernizzazione industriale attraverso sforzi concertati di ricerca e innovazione, allineando le priorità degli Stati membri e dei soggetti industriali agli obiettivi di R&I dell’Ue enunciati dal programma quadro. Mettendo insieme partner privati e pubblici, i partenariati dovrebbero inoltre contribuire ad evitare la duplicazione degli investimenti e a ridurre la frammentazione delle attività di ricerca e innovazione nell’Unione. 

 Il nuovo approccio della Commissione introdotto in Horizon Europe ha stabilito le condizioni e i principi per la creazione di tre nuove tipologie di partenariati:  

  • Partenariati co-programmati, tra la Commissionee partner privati e/o pubblici, basati su protocolli d’intesa e/o accordi contrattuali.  
  • Partenariati cofinanziati, tra la Commissione e partner principalmente pubblici,che pongono al centro del consorzio le agenzie finanziatrici della ricerca a livello nazionale e altre autorità degli Stati membri. Si basano su un programma di R&I concordato dai partner e sono attivati da un’azione di co-finanziamento di Horizon Europe.
  • Partenariati istituzionalizzati, tra l’Unione e soggetti pubblici e/o privati, caratterizzati da una prospettiva a lungo termine e da un elevato livello di integrazione, e implementati da strutture create ad hoc. Possono essere: partenariati di tipo pubblico-pubblico tra l’Ue e gli Stati membri istituiti sulla base dell’articolo 185 del Tfue; partenariati di tipo pubblico-privato tra l’Ue e il settore industriale (Joint Undertakings) istituiti sulla base dell’articolo 187; comunità della conoscenza e dell’innovazione (KIC) basate sul regolamento dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT).  

L’elenco attuale dei 49 partenariati europei identificati si trova nell’allegato 7 del documento Orientations towards the first Strategic Plan for Horizon Europe.

I piani dettagliati di tutti i partenariati previsti, inclusa la composizione provvisoria e la scheda contenutistica di ciascun partenariato, sono disponibili a questo link.

I prossimi passaggi

La proposta di regolamento (Single Basic Act) che istituisce le nove Joint Undertaking verrà discussa e adottata dal Consiglio dell’Ue sulla base della procedura di consultazione, che riserva al Parlamento la possibilità di presentare solo un parere non vincolante. Mentre la proposta di partenariato sulla metrologia sarà adottata secondo la procedura legislativa ordinaria (co-decisione).

La Commissione punta a completare il percorso legislativo entro il 2021, affinché i partenariati istituzionalizzati possano pubblicare e lanciare i primi bandi – che saranno contenuti in programmi di lavoro separati – all’inizio del 2022.  

2021, HORIZON EUROPE!
Entra nel nuovo programma quadro per la ricerca e l’innovazione

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Horizon Europe, avvio ufficiale e lancio simbolico

Questo articolo è un estratto della sezione “Horizon Europe” contenuta nel N.1/2021 di APREbrussels, il canale d’informazione “da Bruxelles” dedicato ai Soci APRE.

Riprendiamo da dove avevamo lasciato a fine 2020. L’avvio di Horizon Europe – fissato il 1° gennaio 2021 – è stato solo formale e l’evento di lancio organizzato la settimana scorsa dalla presidenza portoghese del Consiglio solo simbolico. Dopo l’intesa politico-istituzionale raggiunta a dicembre, restiamo in attesa dell’approvazione dei testi legislativi da parte di Consiglio e Parlamento (che dovrebbe avvenire tra marzo e aprile). Proseguono, nel frattempo, i lavori per definire il piano strategico e soprattutto i programmi di lavoro 2021-22: l’apertura dei bandi dovrebbe avvenire nella seconda metà di aprile. Molti tasselli del nuovo programma devono comunque ancora trovare posto: tra questi, i principali riguardano le missioni, i partenariati e gli accordi di associazione con i paesi terzi.

Verso l’approvazione finale dei testi legislativi – Gli accordi del 10 e 11 dicembre avevano fissato la dotazione finanziaria complessiva di Horizon Europe a 95,5 miliardi di euro (in prezzi correnti) e completato i testi legislativi del programma, definendo i tre aspetti rimasti esclusi dall’accordo istituzionale dell’aprile 2019: la ripartizione interna del bilancio; le norme sulla cooperazione internazionale e sull’associazione dei paesi terzi; le disposizioni sulle sinergie con gli altri programmi di finanziamento europei. L’intesa sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27 e sul nuovo strumento per la ripresa NextGenerationEU è stata approvata da Consiglio e Parlamento a fine anno: i testi sono in gazzetta ufficiale. L’accordo sul programma quadro – ratificato a fine 2020 dal Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) e dalla Commissione ITRE del Parlamento europeo – attende, invece, l’approvazione finale degli Stati membri e dell’Eurocamera in seduta plenaria (che dovrebbe avvenire tra marzo ed aprile): l’allungamento dei tempi è in gran parte dovuto al lavoro di traduzione e revisione linguistica dei testi. 

Programma Quadro – Il testo dell’accordo approvato dal Coreper (18 dicembre 2020)

Lancio (simbolico) – La Presidenza portoghese, insieme alla Commissione europea, ha organizzato martedì scorso – senza troppi annunci – l’evento di lancio del nuovo programma. Lancio simbolico, a testi legislativi non ancora approvati e più di due mesi dalla pubblicazione dei bandi. L’evento ha riunito rappresentanti delle istituzioni europee e un gran numero di stakeholders del mondo R&I. Si è parlato molto di sinergie tra Horizon Europe e i Piani nazionali di ripresa e resilienza e del rilancio dello Spazio europeo della ricerca (ERA). L’evento si può rivedere qui.

Come saranno ripartiti i 95,5 miliardi di Horizon Europe | Verso Horizon Europe

Il piano strategico – La versione attuale del piano strategico 2021-24 (79 pagine) mantiene, nella sua parte introduttiva, la struttura agile e l’intento di indirizzo politico, delineando i quattro macro-orientamenti strategici (Key Strategic Orientations) e le aree d’impatto (impact areas) insieme alla lista delle missioni e dei partenariati co-programmati e co-finanziati. Il documento si compone anche delle appendici relative ai singoli Cluster, con il dettaglio degli impatti attesi (expected impact) e, tra le altre cose, dei partenariati di riferimento per ogni Cluster. La bozza finale del piano, sottoposta alla consultazione interservizi della Commissione, deve essere supportata “politicamente” dal Comitato di Programma Shadow, mentre la successiva adozione ufficiale del documento da parte dell’esecutivo europeo potrà avvenire solo dopo l’approvazione finale dei testi legislativi.

I programmi di lavoro del primo biennio – Anche il lavoro di definizione dei programmi di lavoro 2021-22 da parte delle configurazioni tematiche del comitato di programma Shadow è entrato ormai nella fase conclusiva (appena i testi legislativi verranno approvati, inoltre, il comitato di programma e le rispettive configurazioni cesseranno di essere “Shadow” e verranno formalizzati). Il calendario della Commissione prevede al momento la definizione dei programmi di lavoro 2021-22 di Horizon Europe entro febbraio, il passaggio finale in Comitato di programma nella seconda metà di marzo e l’adozione formale e il lancio dei bandi nella seconda metà di aprile (ma l’esecutivo europeo tiene aperta l’ipotesi di una pre-pubblicazione ufficiosa dei documenti, in anticipo di qualche settimana rispetto all’adozione ufficiale). Le tematiche di Horizon che non fanno parte del programma di lavoro principale (tra cui ERC e EIC) potrebbero anticipare a fine marzo l’apertura dei rispettivi bandi.

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Mission Soil: Caring for soil is caring for life – Suolo sano, opportunità per il futuro

Caring for soil is caring for life – Suolo sano, opportunità per un futuro sostenibile

È il titolo della missione di Horizon Europe proposta dal Mission Board Soil Health and Food. Ne parliamo insieme il prossimo 24 febbraio dalle ore 9.30, con un primo incontro di presentazione nazionale dell’iniziativa  organizzato dal Ministero dell’Università e della Ricerca  in collaborazione con APRE – Agenzia della Promozione della Ricerca Europea, Santa Chiara  Lab – Università di Siena e Fondazione ReSoil.