Questo articolo è un estratto della sezione “Horizon Europe” contenuta nel N.13 di APREbrussels, il canale d’informazione “da Bruxelles” dedicato ai Soci APRE.
Manca meno di un anno all’avvio ufficiale del nuovo programma (e dell’intera programmazione 2021-27): passi avanti significati nel percorso legislativo rispetto alla primavera scorsa – quando le istituzioni UE raggiunsero un accordo parziale su gran parte di Horizon Europe – non sono stati fatti (motivo principale: lo stallo delle trattative tra gli Stati Membri sul bilancio complessivo dell’UE per i prossimi sette anni). Prosegue nel frattempo il processo di pianificazione strategica: si stanno costituendo – e inizieranno presto a riunirsi – le configurazioni tematiche del comitato di programma.
Il Quadro Finanziario Pluriennale, ci siamo? – Febbraio può essere il mese decisivo per sbloccare il negoziato sul prossimo bilancio europeo 2021-27. La proposta della presidenza finlandese – presentata in chiusura di semestre, a dicembre scorso – aveva scontentato praticamente tutti gli attori in campo, dai paesi favorevoli a un bilancio ridotto (la Germania e i nordici) ai sostenitori di un bilancio più ambizioso (Commissione e Parlamento in testa), dagli stati fautori del finanziamento di nuove priorità politiche (digitale, difesa, sicurezza) ai paesi beneficiari della politica di coesione. Il pallino del negoziato è passato direttamente nelle mani del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che ha convocato per il 20 febbraio un Consiglio europeo straordinario con l’obiettivo di sciogliere al più alto livello politico i nodi ancora irrisolti. Michel ha fatto chiaramente intendere che «qualsiasi rinvio» dell’accordo sul prossimo bilancio europeo «creerebbe seri problemi pratici e politici e metterebbe a repentaglio la prosecuzione dei programmi attuali e il lancio dei programmi futuri».
Il punto sul negoziato legislativo – L’unico progresso degno di nota sul fronte legislativo è la posizione del Consiglio sul tema delle sinergie con gli altri programmi settoriali: come ricorderete, gli Stati Membri hanno adottato un orientamento generale parziale al Consiglio Competitività di novembre scorso (il nodo irrisolto in tema sinergie rimane però l’allineamento dei negoziati sui regolamenti dei diversi programmi di finanziamento). La ragione principale del rallentamento del processo di approvazione legislativa del programma resta chiaramente l’impasse sul Quadro Finanziario Pluriennale: vedremo cosa accadrà a febbraio e se una soluzione politica alla questione del bilancio riuscirà a sbloccare il negoziato su Horizon Europe. Le norme sull’associazione dei paesi terzi – il terzo aspetto rimasto fuori dall’accordo di aprile scorso (insieme a bilancio e sinergie) – dovrebbero essere discusse in Consiglio a partire dalle prossime settimane, ora che – come abbiamo visto – è stata completata la prima fase di Brexit. Se però l’UE – come appare probabile – legherà ogni tipo di decisione sulla partecipazione del Regno Unito ai programmi di finanziamento 2021-27 al negoziato sulla relazione futura, allora è possibile che proprio le norme sulla cooperazione internazionale diverranno il nodo principale sulla strada che porta all’adozione di Horizon Europe e dei prossimi programmi.
Il piano strategico verso la definizione – L’azione più significativa che ha visto impegnata la Commissione mei mesi scorsi è stata l’opera di adeguamento del cosiddetto documento di orientamento – embrione del piano strategico 2021-24 di Horizon Europe – ai sei orientamenti politici del nuovo esecutivo von der Leyen (gran parte delle ultime riunioni del Comitato di Programma Shadow è stata dedicata dalla Commissione a spiegare il nuovo approccio alle delegazioni degli Stati Membri). Il documento di orientamento è ormai consolidato – dopo gli ultimi giri di consultazione nel Comitato – e una versione finale dovrebbe essere resa pubblica nelle prossime settimane: a quel punto, avremo nero su bianco le future priorità dell’UE in materia di ricerca e innovazione e potrà partire il confronto sui programmi di lavoro all’interno delle configurazioni tematiche del Comitato di Programma Shadow. Il primo piano strategico del nuovo programma potrà però essere ufficialmente adottato solo quando saranno identificate le missioni di R&I (e la decisione su quante e quali missioni far partire il 1° gennaio 2021 si preannuncia politicamente delicata).
I comitati tematici – Come accennavamo, si sono costituite le configurazioni tematiche del Comitato Shadow (come sapete, sono stati nominati i nuovi rappresentanti nazionali). Le configurazione – formalmente sottogruppi del Comitato Shadow – sono tredici: ERC, MSCA, Infrastrutture di Ricerca, i sei cluster del secondo pilastro, EIC, Widening e le due dedicate al programma Euratom (Fissione e Fusione). Le prime riunioni dei comitati tematici dovrebbero tenersi tra fine febbraio e inizio marzo, per dare il via al processo di definizione dei programmi di lavoro 2021-22 di Horizon Europe.
Missioni – I mission board dovranno produrre entro la prossima primavera – scadenza sensibilmente posticipata rispetto alla tabella di marcia inizialmente prevista – contributi e raccomandazioni per identificare le missioni specifiche di R&I nel piano strategico, partendo dalle 5 «aree di missione» identificate nel testo legislativo (cambiamento climatico, cancro, oceani e acque puliti, smart cities, terreni sani e cibo). Nel frattempo, la Commissione ha messo in piedi un ambizioso processo di coinvolgimento di cittadini e società civile, che prevede la realizzazione di una serie di eventi in diversi format a livello nazionale ed europeo (le iniziative vengono raccolte qui man mano che diventano pubblici).
Partenariati – Il processo di revisione dei partenariati è ormai consolidato: abbiamo ora il portfolio definitivo dei 48 partenariati, contenuto nella versione attuale del documento di orientamento e articolato secondo le tre nuove tipologie – partenariati istituzionalizzati; partenariati co-programmati; partenariati co-finanziati. La lista finale dei partenariati co-programmati e co-finanziati verrà inclusa direttamente nel piano strategico, mentre le 12 proposte di partenariato istituzionalizzato devono passare per una valutazione d’impatto, il passaggio necessario affinché la Commissione possa adottare – non prima di aprile 2020 – la proposta legislativa per «istituire» le nuove iniziative basate sugli articoli 185 e 187 del TFUE.