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Accordo sul bilancio: 4 miliardi in più per Horizon Europe

Il 10 novembre, dopo due mesi e mezzo di negoziati e dodici riunioni complessive, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno trovato un accordo generale sul prossimo Quadro finanziario pluriennale e sul nuovo strumento per la ripresa Next Generation EU. Il compromesso raggiunto completa e rinforza con 16 miliardi di fondi aggiuntivi il pacchetto da 1824,3 miliardi complessivi concordato dai Leader Ue al Consiglio europeo di luglio scorso e fissa la dotazione finanziaria di Horizon Europe a 84,9 miliardi (in prezzi 2018). Un aumento sensibile e insperato – 4 miliardi – rispetto alla cifra stabilita dagli Stati membri (80,9), che pur confermando la riduzione significativa rispetto alla proposta della Commissione von der Leyen (94,4) rappresenta una buona notizia per la Ricerca e Innovazione europea. L’intesa interistituzionale, che dovrà ora ottenere l’approvazione definitiva in Consiglio e in Parlamento, rimuove l’ultimo grande ostacolo sul percorso di avvio di Horizon Europe e degli altri programmi settoriali del bilancio, e rende più vicina l’attivazione del cosiddetto Recovery Fund, l’asse portante di Next Generation EU.

L’accordo tra Parlamento e Consiglio

L’accordo raggiunto, come rivendicato dal Parlamento europeo, prevede dunque la destinazione di 16 miliardi in aggiunta al Piano di ripresa concordato dai capi di Stato e di governo al vertice di luglio. 15 miliardi andranno direttamente a rafforzare i programmi settoriali del bilancio. Oltre a Horizon Europe, a beneficiare dei fondi aggiuntivi saranno tra gli altri: il nuovo programma EU4Health, che passa da 1,7 miliardi, la cifra stabilita dagli Stati membri, a 5,1 (la Commissione ne aveva proposti 9,4); il programma InvestEU, che sale da 8,4 a 9,4 (contro i 31,6 miliardi proposti dall’esecutivo Ue); Erasmus +,  che passa da 21,2 a 23,4 miliardi. L’accordo prevede inoltre lo stanziamento di un miliardo per aumentare la flessibilità di bilancio e far fronte a possibili crisi future. 

Da dove arrivano i 16 miliardi? L’accordo, ha tenuto a sottolineare il Consiglio, non modifica i massimali di spesa fissati dagli Stati membri a luglio. I fondi aggiuntivi arriveranno principalmente dalle multe che l’Unione somministra alle aziende per la violazione delle regole sulla concorrenza e in misura minore da riallocazioni interne al bilancio (per avere ulteriori dettagli occorrerà attendere che l’accordo venga formalizzato nei testi legislativi aggiornati).

84,9 miliardi per Horizon Europe (in prezzi 2018)

Il compromesso istituzionale fissa per Horizon Europe una dotazione finanziaria di 84,9 miliardi di euro in prezzi 2018, dei quali 79,9 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5 da Next Generation EU. La cifra complessiva equivale a poco più di di 95 miliardi in prezzi correnti.

Il punto di caduta finale rappresenta un aumento sensibile (e insperato) rispetto alla cifra stabilita dagli Stati membri al vertice di luglio (80,9 miliardi) e nel complesso un ottimo risultato per la Ricerca e Innovazione europea. Nonostante l’accordo confermi la riduzione significativa rispetto alla proposta della Commissione von der Leyen (94,4 miliardi) contenuta nel Piano di ripresa, gli 84,9 miliardi garantiti al prossimo programma quadro ritoccano infatti al rialzo non solo la posizione conservativa degli Stati membri, ma anche la prima proposta dell’esecutivo Juncker, che nel maggio 2018 aveva proposto per Horizon Europe una dotazione di 83,4 miliardi in prezzi 2018 (94,1 in prezzi correnti). 

I prossimi passaggi

L’intesa istituzionale raggiunta sul bilancio pluriennale dovrà ora ottenere l’approvazione definitiva in Consiglio e in Parlamento: entrambi i passaggi si attendono entro la fine di novembre e appaiono piuttosto scontati. In parallelo, potranno proseguire i negoziati istituzionali sui testi legislativi di Horizon Europe, ripresi dopo che anche il Consiglio aveva definito la propria posizione sugli aspetti rimasti esclusi dal compromesso dell’aprile 2019 (ripartizione del bilancio, cooperazione internazionale, sinergie) e subito interrotti dagli eurodeputati, che intendevano attendere l’esito positivo del negoziato sul bilancio complessivo. L’adozione di Horizon Europe entro fine anno pare a questo punto un risultato possibile. 

Gli Stati Membri tagliano di 13,5 miliardi il bilancio di Horizon Europe

Il 21 luglio – all’alba del quinto giorno di vertice – Il Consiglio europeo ha trovato l’accordo su un Piano per la ripresa da 1824 miliardi complessivi (in prezzi 2018), che ridisegna il Quadro finanziario pluriennale 2021-27 in linea con l’impianto proposto dalla Commissione lo scorso maggio, confermando l’inclusione del nuovo Recovery Instrument (Next Generation EU) all’interno del bilancio comune europeo. L’accordo tra i Paesi membri, che dovrà ottenere il via libera del Parlamento europeo per diventare definitivo, rappresenta un passaggio storico per l’Unione, ma segna una battuta d’arresto significativa per la Ricerca e Innovazione europea, fissando la dotazione finanziaria di Horizon Europe a 80,9 miliardi, una riduzione sostanziale (-14,3%) rispetto alla proposta della Commissione di due mesi fa. 

Il nuovo bilancio, con Next Generation EU

L’accordo in Consiglio europeo fissa a 1074 miliardi la quota del “vecchio” Quadro finanziario pluriennale 2021-27, ritoccando al ribasso la proposta della Commissione del 27 maggio (1100 miliardi). A questi si aggiungono i 750 miliardi del nuovo Recovery Instrument, Next Generation EU. Il Consiglio conferma il carattere rivoluzionario della proposta iniziale (la Commissione potrà raccogliere i fondi prendendo denaro in prestito sui mercati finanziari per conto dell’Unione) e la cifra complessiva del nuovo strumento, ma ne modifica la ripartizione tra trasferimenti a fondo perduto (grants), che passano dai 500 miliardi proposti da von der Leyen a 390, e prestiti (loans), che aumentano di conseguenza da 250 a 360 miliardi.

L’accordo conferma il piatto forte dell’intero piano, il nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility), che erogherà trasferimenti e prestiti direttamente ai Paesi membri e la cui dotazione complessiva passa da 560 a 672,5 miliardi, ma punisce pesantemente i programmi europei che la Commissione aveva proposto di ritoccare al rialzo per allineare il nuovo bilancio alle priorità del piano di ripresa. Tra questi, il programma InvestEU (che passa dai 31,6 miliardi complessivi della proposta von der Leyen ad appena 8,4 miliardi); il nuovo programma EU4Health (da 9,4 miliardi a 1,7); il Fondo per la transizione giusta (da 40 miliardi complessivi a 17,5); Digital Europe (da 8,2 miliardi a 6,8). E Horizon Europe. 

Il bilancio di Horizon Europe: 80,9 miliardi

L’accordo raggiunto in Consiglio fissa per Horizon Europe una dotazione finanziaria di 80,9 miliardi di euro in prezzi 2018, dei quali 75,9 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5 dal nuovo Recovery Instrument. Il punto di caduta rappresenta un taglio cospicuo (13,5 miliardi in meno, riduzione del 14,3%) per il bilancio del prossimo programma quadro rispetto alla proposta della Commissione von der Leyen, che aveva suggerito una dotazione complessiva di 94,4 miliardi (dei quali 80,9 provenienti dal Qfp 2021-27 e 13,5 dal Recovery Instrument).

Gli 80,9 miliardi rappresentano – non casualmente – la stessa cifra della proposta di compromesso di Charles Michel dello scorso febbraio e segnano un taglio sensibile anche rispetto al bilancio presentato da Jean Claude Juncker nel maggio 2018 (83,4 miliardi): entrambi i bilanci, ovviamente, non contemplavano l’esistenza di fondi aggiuntivi del piano di ripresa.  

I prossimi passaggi

Per diventare definitivo, l’accordo raggiunto in Consiglio sul nuovo bilancio comune e sul piano di ripresa dovrà ottenere il via libera del Parlamento europeo. Il voto di approvazione verrà presumibilmente fissato dopo la pausa estiva e l’esito pare scontato:  L’Eurocamera potrà infatti limitarsi ad accogliere o respingere in blocco il compromesso trovato dai Paesi membri, senza la possibilità di modificarlo. 

A meno di clamorosi colpi di scena, dunque, il programma quadro di ricerca e innovazione avrà una dotazione di 80,9 miliardi in prezzi 2018 per gli anni dal 2021 al 2027. Spetterà ora soprattutto agli Stati Membri in sede di Consiglio, d’intesa col Parlamento europeo, trovare la quadra sulla ripartizione interna del programma, sulla base dell’articolazione proposta dalla Commissione a giugno 2018 e – naturalmente – della dotazione complessiva stabilita dai Leader europei.  

Consultazioni pubbliche sul bilancio UE post-2020

Come anticipato a settembre scorso dal presidente Juncker nel suo discorso annuale sullo stato dell’Unione Europea, la Commissione presenterà a maggio 2018 la proposta per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE, il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo successivo al 2020.

In vista di tale scadenza, lo scorso 11 gennaio la Commissione ha aperto una serie di consultazioni pubbliche sulle priorità dell’UE che dovrebbero riflettersi nel QFP post-2020. Ciò fa seguito alla pubblicazione il 28 giugno 2017 del documento di riflessione della Commissione sul futuro delle finanze dell’UE e il 1° marzo 2017 del Libro bianco sul futuro dell’Europa della Commissione, in cui si incoraggiavano tutti i cittadini a partecipare al dibattito sulle principali decisioni che incidono sul nostro futuro comune.

I cittadini hanno tempo fino all’8 marzo per dire in quali ambiti secondo loro l’UE ha il maggiore valore aggiunto e dove dovrebbe concentrare il proprio potere d’investimento per massimizzare l’impatto di ogni euro investito. Una delle consultazioni invita i cittadini a dire la loro sui finanziamenti europei nel settore della ricerca, dell’innovazione, delle PMI e del mercato unico (area nella quale ricade il Programma Quadro di R&I). 

L’esito delle consultazioni alimenterà la riflessione in corso sul prossimo QFP insieme alle proposte e alle idee già espresse dagli Stati membri, dagli enti locali e dalle parti interessate private.

Fonte: https://ec.europa.eu/italy